“Le Paralimpiadi grande vetrina", Intervista del Ministro Stefani a La Nazione

11 agosto 2021

“Le Paralimpiadi grande vetrina: lo sport simbolo dell’impegno costante per l’inclusione sociale delle persone con disabilità”. L'intervista del Ministro Stefani al portale "Luce" de La Nazione:

di Ettore Maria Colombo
 

Erika Stefani (classe 1971, vicentina), oggi è ministro per le Disabilità nel governo Draghi, ma è già stata ministro agli Affari regionali nel governo Conte I. Amministratrice locale, da due legislature è senatrice della Repubblica. Leghista doc in un ministero da ‘soft power’ parla a Luce! mentre è impegnata in una importante riunione proprio su una delle riforme previste nel Pnrr sulla Legge Quadro sulla disabilità.

Ministro, il 24 agosto iniziano i XVI Giochi paralimpici estivi, ancora a Tokio come per le Olimpiadi. Si aspetta buoni risultati e magari belle medaglie?

“I Giochi Paralimpici saranno un appuntamento irrinunciabile per lo sport. Il movimento paralimpico – anche grazie allo straordinario apporto dato dal presidente Luca Pancalli (leggi l’articolo) – ha assunto, soprattutto negli ultimi anni, sempre maggior sviluppo. Le edizioni precedenti hanno avuto un’eco mediatica altissima che ha fatto conoscere al mondo il valore di atleti e discipline. Le Olimpiadi di Tokyo restano scolpite nella storia e l’augurio è che anche le Paralimpiadi possano portare a risultati storici. Il gruppo dei nostri portacolori è sicuramente motivato e preparato ad affrontare al meglio l’appuntamento. L’Italia entra in campo con la fierezza di essere stata la culla delle Paralimpiadi, quelle di Roma del 1960. Con Tokyo celebriamo 60 anni e più di tale percorso”

Cos’è lo sport paralimpico?

“Agonismo, talento, capacità, allenamento e sacrifici e rappresenta inoltre una straordinaria opportunità inclusiva. Nasce da qui il nostro contributo e il nostro impegno per dare ulteriore spinta all’avviamento alle attività paralimpiche: a tal fine abbiamo stanziato 60 milioni di euro del fondo disabilità per la promozione di attività ludico-sportive; la riqualificazione di strutture semiresidenziali; i servizi in ambito sportivo a favore delle persone con disabilità, come l’acquisto di attrezzature, ausili e mezzi di trasporto. Poi c’è il mio personale in bocca al lupo alla nostra Nazionale”.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò, chiede lo ius soli ‘sportivo’ e il ministro Lamorgese lo ius soli tout court. Salvini replica che non se ne parla. Lei cosa ne pensa?

“Non userei i grandi successi degli sportivi che hanno portato l’Italia all’attenzione del mondo per fini politici. La questione posta dal centrosinistra è evidentemente strumentale: l’Italia, infatti, è il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso maggior cittadinanza”.

Il rapporto tra Covid e persone disabili è stato duro: come lo hanno affrontato finora?

“Stiamo combattendo ancora oggi la lotta all’isolamento delle persone con disabilità che più di tutti hanno subito l’impatto negativo della pandemia. Fin dal giorno dopo il giuramento del governo Draghi, mi sono attivata per portare a casa tante misure. Innanzitutto, la priorità vaccinale alle persone disabili e ai loro familiari e caregiver. Inoltre, per la prima volta, è riconosciuta agli assistenti e agli accompagnatori dei pazienti con disabilità la possibilità di prestare sostegno in pronto soccorso e negli ospedali. Abbiamo attivato la didattica in presenza per gli alunni con disabilità anche in zona rossa e soprattutto svolta non da soli, ma con una parte della classe, in modo da garantire interazione. Inoltre, grazie alle mie sollecitazioni dirette al generale Figliuolo, sono state distribuite 7 milioni di mascherine trasparenti nei luoghi dove sono presenti persone con disabilità uditiva. Poi, con l’ultimo decreto, sono state prorogate le tutele per i lavoratori fragili e con disabilità. Una misura che ha richiesto un investimento di circa 17 milioni di euro. Infine, con l’incremento di 40 milioni del Fondo per la non autosufficienza, nel Decreto Sostegni bis, abbiamo raggiunto un risultato importante”.

Quale?

“Le nuove risorse rivolte al sostegno di persone con disabilità e anziani non autosufficienti consentiranno di dare maggiore impulso ai progetti di vita indipendente e di supportare l’assistenza socio-sanitaria. L’aumento del fondo conferma l’attenzione verso i temi della non autosufficienza e si inserisce nel più ampio quadro di sviluppo delle politiche sociali a cui tutto il governo sta lavorando. E’ costante il mio confronto con il ministro Orlando su tali temi. La strada è ancora lunga ma ognuno di noi deve fare la propria parte ed è per questo che mi sono appellata anche agli imprenditori: è fondamentale introdurre nella cultura imprenditoriale l’accessibilità quale elemento di qualità e opportunità economica come accade per il ‘green’”.

100 milioni per la disabilità e sei miliardi nel Pnrr. Bastano? E che cosa ci farete?

“Il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità è un nuovo fondo ad hoc, con uno stanziamento di 100 milioni di euro, finalizzato a migliorare la qualità della vita. Già i primi 30 milioni sono stati messi a bando per progetti sul turismo accessibile per favorire l’esperienza della vacanza che sia per tutti, davvero ricca ed appagante e fare del turismo un’occasione di lavoro. L’attenzione per le persone con disabilità caratterizza tutto il Pnrr e la disabilità è un tema trasversale in tutte le missioni, con stanziamenti per oltre 6 miliardi. Numerosi sono i progetti e gli investimenti: dall’abbattimento delle barriere architettoniche, ai trasporti, all’accessibilità ai luoghi culturali, all’inclusione lavorativa alla Legge quadro sulle disabilità. La persona con disabilità deve diventare protagonista della propria vita e i servizi devono essere ritagliati come un abito sartoriale sui suoi bisogni e i suoi desiderata. Per la realizzazione di tale riforma sono previsti 800 milioni in 3 anni”.

Il governo Renzi fece una legge sulla disabilità, la “Dopo di noi”. Funziona o va migliorata?

“E’ una legge molto importante per cui servirebbero alcuni interventi in grado di favorirne l’applicazione sul territorio. Presso il ministero è attivo un tavolo tecnico ad hoc. A oggi sono pervenute proposte per benefici di natura fiscale e facilitazione di natura giuridica. E’ fondamentale costruire il ‘Dopo di Noi’ a partire dal ‘Durante noi’. La legge 328 del 2000 e la legge 112 del 2016 hanno, infatti, il merito di prevedere una programmazione globale”.

Parliamo del ddl Zan. Iv e anche il centrodestra propongono di inserire la disabilità fra le categorie da non discriminare in un’ipotesi di mediazione sulla legge che il centrosinistra rifiuta. Ha senso la proposta? E così non è troppo generica?

“Le discriminazioni sono un tema reale da affrontare. Nel codice penale ci sono già aggravanti per la minorata difesa, e credo che le discriminazioni debbano essere combattute, più che con le leggi, con una rivoluzione culturale che fortunatamente è già in atto. Non credo che il ddl Zan sia il contenitore più adatto per trattare questo tema che merita invece un’attenzione più puntuale. Nel testo in esame è stata aggiunta la parola ‘disabilità’, ma quanto ad azioni concrete, più nulla, come se fosse un riferimento, diciamo così, ‘forzato’. Vorrei che il problema delle discriminazioni venisse trattato con senno e ponderazione. Si può fare anche attraverso questa legge, ma occorre prima aprire un dibattito vero”.

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