1 luglio 2021
"Difficoltà per il ministero che guido? É
la prima volta che viene fatto un ministero ad hoc, forse per
questo ci sono state anche polemiche, quasi a ghettizzare. Queste
polemiche non hanno avuto seguito e il lavoro che sto facendo
credo darà modo di capire che non ce n'è bisogno".
Così il ministro per le Disabilità Erika Stefani, ospite a
'Timeline' su Skytg24.
"Il fatto che non ci sia portafoglio per questo dicastero va
bene comunque- prosegue ancora Stefani- io non comando ma lavoro
alla governance. Nel momento in cui lavoro sulle barriere
architettoniche parlo con il ministro del Lavoro, per la scuola
con quello dell'Istruzione e via di seguito. Gli altri ministri
hanno mostrato sensibilità, penso alla didattica in presenza per
alunni con disabilità: il ministro Bianchi si è subito messo al
lavoro, la stessa cosa con il ministro della Salute Speranza, e
ancora con il commissario Figliuolo con le mascherine trasparenti
per persone con problemi uditivi. Anzi, si sta creando una sorta
di concorrenza positiva", spiega il ministro.
"Se guardo poi agli inviti ricevuti da parte di realtà non
necessariamente legate alla disabilità, noto una certa
sensibilità e non una sensibilità pietistica". Stefani entra poi
nel merito dei rilievi posti dal Garante per la privacy sulla
Disability card, promossa dal ministro in armonia con
l'iniziativa dell'Unione europea: "Tante cose in Italia spesso
sono complicate, sulla disability card c'era un problema riguardo
la gestione dei dati, poiché nella card sono trasfusi molti dati
sensibili- spiega Stefani- ma la card è utilissima, per entrare
in un museo per esempio, dove non c'è bisogno che tu esibisca
null'altro che la tessera. Il bello della tessera è che è uno
strumento aperto, in grado di avere convenzioni con qualsiasi
altro ente, ministero, società, azienda che offre un servizio a
cui la persona vuole accedere. Ci sono disabilità- conclude il
ministro Stefani- che non sono evidenti e la rappresentazione
visiva della disabilità è una questione complessa".